a:
STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO
Via XX settembre 123/A, 00187 ROMA
statesercito@postacert.difesa.it
e per conoscenza
UFFICI DI DIRETTA COLLABORAZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA
Via XX settembre 8, 00187 ROMA
udc@postacert.difesa.it
STATO MAGGIORE DELLA DIFESA
Via XX settembre 123, 00187 ROMA
stamadifesa@postacert.difesa.it
OGGETTO: segnalazione scarsa considerazione necessità familiari e applicazione “contra legem”
della norma vigente.
^^^^^^^^^^^^^
L’Associazione Professionale a Carattere Sindacale tra Militari, M.I.A. Patria, nello spirito di collaborazione che vuole contraddistinguere il proprio operato ora e in futuro, intende segnalare a questo Stato Maggiore le legittime rimostranze giunte alla nostra Segreteria da svariati reparti della Forza Armata attraverso il diuturno impegno dei nostri dirigenti e grazie alle segnalazioni dei nostri affiliati.
Giungono presso i canali comunicativi della nostra segreteria svariate istanze di chiarimento e di supporto di nostri colleghi e colleghe ai quali, spesso senza motivazione alcuna, vengono rigettate istante di assegnazione temporanea piuttosto che banalissimi rinvii per la frequenza di corsi di formazione o ancora permessi per allattamento o Licenza Straordinaria di valorizzazione del Congedo Parentale.
Ci duole purtroppo segnalare che, per quanto il Signor Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, a Staff riunito, in occasione dell’ultimo incontro con le APCSM, abbia ribadito l’importanza della famiglia, rimarcando il concetto di pilastro portante della vita sociale e pertanto punto focale della vita del militare, le sue parole sono puntualmente disattese da chi, di fatto, impiega il personale e da chi valuta le istanze relative al personale stesso.
I casi sono molteplici e appare quanto meno futile comporre l’elenco delle situazioni gestite ben oltre il limite della legalità da parte dell’organo preposto; appare però evidente, dalle casistiche analizzate, non solo il perdurare di scarsa considerazione che porta, decisamente troppo spesso, a rigettare le istanze senza addurre motivazioni valide o inviando rigetti prodotti in ciclo stile, quanto, faccenda ben più grave, la continua applicazione della norma vigente, sapientemente adattata alla scopo, in nome di una non meglio descritta “specificità” o in nome di limitazioni desunte ad arte dal Codice Ordinamento Militare.
Orbene, per quanto limitati dalla formulazione delle attuali normative vigenti in merito alla Rappresentanza Sindacale, M.I.A. Patria vuole provare ad instaurare un rapporto di collaborazione e non di meno tentare un approccio sensibilizzante nei confronti dell’organo competente al fine di ricordare che spesso le istanze personali sono riconducibili, non tanto al militare stesso, quanto ad una componente più debole del nucleo familiare.
Di fatto il legislatore, nella stesura delle norme create “ad hoc” per il sostegno degli anelli più deboli della catena familiari, ci si passi la metafora, si riferisce a neonati o infanti e ai portatori di handicap, il sostegno è garantito legislativamente a queste figure e il beneficio richiesto non è ad appannaggio del militare istante, bensì, normativamente garantito a queste tipologie di persone. Il problema purtroppo non si ferma alle sole istanze di assegnazioni temporanee, ma riecheggia in tutta una serie di benefici, riconosciuti dalla norma, ma che spesso, mal-interpretati dai Comandanti ai vari livelli, vengono confusi e trasposti come benefici del militare istante, relegando ad una condizione di reietto all’interno del Reparto, solo per il semplice fatto di aver chiesto di far fruire al proprio figlio o al proprio congiunto meno fortunato, un diritto legislativamente riconosciuto.
Preme, altresì segnalare, che il militare donna in stato di maternità, figlio naturale o adottato, e in fase di allattamento non può essere impiegata in operazioni/missioni/mansioni che la portino ad allontanarsi dall’infante, al di fuori dell’arco delle 24 ore, e comunque non impiegabile in missione ne fuori area ne in territorio nazionale, ivi compresi i corsi di formazione, questo a beneficio, non certo del militare “mamma”, nasce dalla necessità di un corretto sostegno del neonato.
Fermo restando l’estraneità di questa APCSM dalle dinamiche di impiego e nel rispetto della norma, suggeriamo a questo Stato Maggiore, una considerazione delle dinamiche familiari dei militari che crei una vera coscienza di sostegno della genitorialità e del sostegno della “famiglia” sia presso i propri Uffici e Organi competenti sia all’interno dei Reparti della Forza Armata assumendo come concetto guida il pensiero più volte espresso in questa missiva, ovvero che il beneficiario ultimo del sostegno non è il militare istante bensì l’anello “debole” della catena familiare.
Sicuri della collaborazione e della considerazione del Signor Capo di Stato Maggiore dell’Esercito e di tutto il suo Staff, restiamo in attesa di vostro cortese riscontro e a disposizione per ogni eventuale chiarimento ritenuto utile a riguardo.
Torino 26 dicembre 2023
Rispettosamente
Il Segretario Generale “ad interim”
Clemente Dott. GNARRA