I direttivi delle APCSM firmatari del presente comunicato intendono far focalizzare l’attenzione dei propri iscritti, delle competenti autorità deputate al controllo e di tutti i componenti della nostra Forza Armata, sulla campagna di disinformazione posta in essere da talune APCSM autoproclamatesi “Rappresentative”. Appare evidente agli occhi dei più attenti che, attraverso tutti i canali di comunicazione propri delle APCSM di cui sopra, le stesse stanno, ormai da tempo, sviscerando dati, percentuali e numeri al fine di attirare una platea maggiore utilizzando questi dati come i proverbialmente venatori “specchietti per allodole”. Orbene, per quanto le strategie comunicative sono assolutamente di libera interpretazione perché, evviva Dio, viviamo in un paese ad altissima connotazione liberale e garantista fornita dalle basi democratiche della nostra Costituzione, le stesse strategie restano liberali e democratiche fino al momento in cui non intaccano le libertà dei soggetti parte in causa di questi processi comunicativi. Duole ammettere che taluni basilari concetti, posti alla base del vivere civile, sono spesso ignorati o depredati del proprio valore intrinseco in favore di un semplicistico interesse personale ed economico; A Martin Luther King, per porre un esempio a supporto, viene attribuita la paternità dell’inciso “La tua libertà finisce dove inizia quella degli altri”, tuttavia questo concetto basilare per il corretto vivere civile è nato in realtà nell’opera di Kant “SCRITTI POLITICI E DI FILOSOFIA DELLA STORIA DEL DIRITTO” dove il filosofo enuncia questo assunto “Nessuno mi può costringere ad essere felice a suo modo (come cioè egli si immagina il benessere degli altri uomini), ma ognuno può ricercare la sua felicità per la via che a lui sembra buona, purché non rechi pregiudizio alla libertà degli altri di tendere allo stesso scopo, in guisa che la sua libertà possa coesistere con la libertà di ogni altro secondo una possibile legge universale (cioè non leda questo diritto degli altri)” ecco questa piccola diversione filosofica prende posto nel nostro scritto per sottolineare che, purtroppo, le APCSM autrici di comunicazioni volutamente fuorvianti, nelle quali si dichiara CHIUSA la campagna di tesseramento al 31 gennaio, o il messaggio velato che le APCSM presuntamente “non rappresentative” saranno chiuse o costrette ad associarsi con quelle sedicentemente “rappresentative”, non solo tentano di ingannare i propri iscritti o irretire la nuova possibile platea, ma, fatto decisamente più grave, lo fanno denigrando l’azione di tutte quelle APCSM che per ragioni meramente temporali non hanno raggiunto questi fantomatici traguardi utili alla tanto sbandierata “rappresentatività”. Il lettore ha il dovere morale di interpretare queste strategie come un becero tentativo di limitare la libertà di scelta, un ossimorico stratagemma ideato al fine di tentare di annullare la capacità comunicativa e la potenziale attività sindacale delle APCSM relativamente più “giovani”, in definitiva un modus operandi proprio di chi ha timore di confrontarsi e tenta vilmente di sfuggire ad un leale processo di comparazione dettato dalla scelta consapevole e non fuorviata della platea rappresentabile.