Stamane vorrei proporre una riflessione. Viviamo in una società dove, in maniera sempre meno esemplare, ognuno tende a non prendersi le giuste colpe per i propri atteggiamenti sconsiderati, e questo è un dato di fatto. Viviamo in un mondo in cui il brutto
voto a scuola è colpa del professore, che la scarsa prestazione sportiva è colpa dell’allenatore e così via discorrendo. Sentiamo sproloquiare, ogni santo giorno, di diritti e libertà, ove però, i sedicenti esperti di diritti e libertà dimenticano più o meno volutamente quali sono i doveri, rispettati i quali, si ottengono diritti e libertà. Ed ecco che magicamente i reati di vilipendio e di diffamazione verso le più alte cariche dello Stato diventano delle semplice reprimende o delle espressioni liberali in difesa dei diritti, e cosa ben peggiore, a sproloquiare con ogni forma di mezzo di comunicazione a disposizione sono le neonate APCSM, in special modo quelle relative all’Esercito Italiano. I sedicenti professionisti del sindacalismo militare, dimenticando, più o meno volutamente, quanto sancito dal Codice dell’Ordinamento Militare e dalle norme relative alla costituzione, gestione e conduzione delle APCSM (ndr legge 46/2022), offendono, deridono, fanno satira spiccia con foto scelte “ad hoc”, prima il Presidente del Consiglio, poi il Ministro della Difesa a seconda del momento e del sensazionalismo da esporre ai propri iscritti.
Tuttavia, come la giurisprudenza insegna, la legge farà sempre il suo corso, inesorabile e senza guardare in faccia a nessuno. La norma è norma e va sì rispettata.
Orbene, anche la mente più contorta si aspetterebbe un’ammissione di colpa e un elenco di scuse formali ai nostri più alti rappresentanti e superiori, ma i nostri amati sedicenti professionisti del sindacato militare, coerenti con il sottobosco di una società garantista e priva, ormai, di ogni pudore si ergono a MARTIRI del sindacalismo, cavalcando l’onda del sensazionalismo e manipolando le informazioni da fornire ai propri iscritti, guardandosi bene dall’assumersi le colpe di un atteggiamento che potrebbe avere conseguenze DISASTROSE proprio per chi ha confidato e dato fiducia e soldi a tali individui. Non nego di avere un pelino di nausea nel leggere gli stucchevoli messaggi di sostegno gratuito e fine a se stesso di personaggi che sono soliti “menar fendenti a tergo mentre, sorridendo, stringono mani”, ma è ancora più disarmante la solidarietà verso un comportamento SBAGLIATO, di chi invece dovrebbe cominciare a ragionare con la sua testa e scrivere sui propri canali sociali niente altro che questo “NON IN MIO NOME”.
Scritta e non riletta
Il Segretario Generale “ad interim” di M.I.A. Patria
Clemente Dott. GNARRA