In un’ennesima dimostrazione di incompetenza e miopia gestionale, lo Stato Maggiore dell’Esercito ha recentemente pubblicato la graduatoria nazionale dei trasferimenti per la categoria Graduati. Il risultato? Una vergogna che grida vendetta, con numeri che parlano da soli: 3.622 mancati accoglimenti a fronte di soli 1.089 accoglimenti con riserva
Noi di M.I.A. Patria, che viviamo nei reparti operativi fianco a fianco con i nostri colleghi, che condividiamo le loro stesse difficoltà quotidiane, che gestiamo direttamente le pratiche del personale non solo come sindacato ma come parte integrante del nostro lavoro, avevamo previsto questo disastro. Mentre altri si lasciavano abbindolare dalla propaganda del “palazzo”, noi restavamo con i piedi per terra, in attesa dei fatti concreti.
I fatti sono arrivati, impietosi: nemmeno un quarto delle richieste di trasferimento è stato accolto. Ma il dato più allarmante, quello che fa ribollire il sangue, è che la maggior parte dei mancati accoglimenti deriva dall’impossibilità dei reparti di appartenenza di privarsi di ulteriore personale. Questo non è solo un fallimento amministrativo: è la prova lampante di una gestione miope e incompetente che si protrae da anni.
Dove sono finite le sbandierate vittorie di alcuni sindacati che proclamavano come questo sistema avrebbe facilitato e aiutato i Graduati con i trasferimenti? Dove sono i piani di distribuzione equa del personale? Dove sono le tanto decantate strategie di ottimizzazione delle risorse umane? Quello che vediamo è il risultato di una pianificazione fallace, di una distribuzione delle forze operata in passato senza criterio e, cosa ancora più grave, perpetrata ancora oggi nella più totale impunità.
I nostri Graduati, colonna portante dell’Esercito, si trovano intrappolati in un sistema che li considera pedine da muovere a piacimento, ignorando le loro legittime aspirazioni di carriera e di vita. Famiglie separate, competenze sprecate, motivazione azzerata: questo è il prezzo che pagano i nostri militari per l’incompetenza di chi dovrebbe tutelarli.
M.I.A. Patria non resterà in silenzio di fronte a questo scempio. Denunciamo con forza questa situazione intollerabile e chiediamo un’immediata revisione delle politiche di gestione del personale. È ora di mettere fine a questo gioco al massacro, dove le pedine sono i nostri valorosi Graduati e il banco vince sempre.
Pretendiamo trasparenza nelle assegnazioni, una pianificazione razionale e lungimirante della distribuzione del personale e, soprattutto, il rispetto per chi serve il Paese con dedizione e sacrificio. Non accetteremo più scuse, non ci piegheremo alla logica del “si è sempre fatto così”.
È tempo di un cambiamento radicale, e M.I.A. Patria sarà in prima linea per ottenerlo.
Ai nostri Graduati diciamo: non siete soli. La vostra battaglia è la nostra battaglia. Continueremo a lottare, nei reparti e nelle sedi istituzionali, affinché i vostri diritti siano rispettati e le vostre voci ascoltate. Il sistema può ignorarvi, ma noi no, e non ci fermeremo finché non otterremo giustizia per ognuno di voi.
Ma attenzione: il disastro che colpisce i Graduati è solo la punta dell’iceberg di un problema ben più vasto e profondo. La situazione è generalizzata e colpisce l’intera struttura dell’Esercito. Per gli Ufficiali e i Sottufficiali, il quadro è addirittura più desolante: le domande di trasferimento ammesse sono percentualmente ancora inferiori. Questo dato allarmante rivela una crisi sistemica che attraversa tutti i ranghi, dall’alto al basso, senza distinzione. Non stiamo parlando di un problema isolato, ma di un fallimento totale nella gestione del personale militare, che mina le fondamenta stesse della nostra forza armata.
La pazienza è finita, è tempo di azioni concrete, non di parole vuote. M.I.A. Patria è pronta alla lotta. Chi ha causato questo disastro dovrà risponderne.
La dignità dei nostri militari non è negoziabile.
Portavoce Nazionale
M.I.A. Patria